Castel del Monte è una costruzione tanto splendida quanto enigmatica che si trova in Puglia e più precisamente ad Andria, in provincia di Bari. Fu eretta tra il 1230 ed il 1240 sulle rovine di una fortezza antecedente dall’imperatore Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi”.
Sono molte le storie e i misteri che ruotano intorno a Castel del Monte. Secondo alcuni si troverebbe all’interno di una linea ideale che collega la Cattedrale di Chartres con Gerusalemme e il Tempo di Salmone. Secondo altri sarebbe un modello in scala della Piramide di Cheope. Ci sarebbero inoltre numerosi messaggi in codice non decifrati,, che una volta risolti rivelerebbero importanti segreti, forse addirittura il luogo dove è custodito il Santo Graal.

Federico II era un uomo illuminato, amava le arti e la cultura e, pur essendo un imperatore cristiano, provava un grande interesse per le civiltà orientali.
Tutto questo si riflette tra le pietre di Castel del Monte, dove nulla sembra essere lasciato al caso.
Contrariamente a quanto molti pensano, con ogni probabilità Federico II non abitò mai a Castel del Monte. Il castello rimase abbandonato per un lungo periodo, durante il quale molti dei marmi che lo decoravano sono stati asportati. Nel corso dei secoli, è divenuto prima un carcere e poi un ricovero per pastori, infine, nel 1876, è diventato proprietà dello Stato italiano che lo ha acquistato per la somma di 25.000 lire, cifra davvero esigua anche per l’epoca. Restaurato più volte, dal 1996 è inserito nell’elenco dei siti considerati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La sua struttura è talmente particolare che è stata scelta per essere rappresentata sul rovescio delle monete italiane da un centesimo di euro.

L’edificio, è a base ottagonale. Risulta privo di ogni attrezzatura di tipo militare, e totalmente improntato al “principio ottonario”: otto sono le facciate, otto i grandi saloni, e il cortile, orientato in modo da essere perfettamente illuminato durante gli equinozi e i solstizi, costituisce un perfetto ottagono. Secondo una corrente esoterica che risale ai primi tempi del cristianesimo, l’otto è infatti il numero prediletto dalla divinità. Il numero otto - infatti - sdraiato di lato è il simbolo dell’infinito, significa l’unione tra l’uomo e Dio. Ma l’ottagono è anche il simbolo della casa imperiale degli Svevi, la cui corona era, appunto, di forma ottagonale. Castel del Monte è quindi anche un gigantesco simbolo del potere stesso dell’Imperatore?

In quell’epoca era frequente l’usanza di trasmettere messaggi in codice includendoli nell’architettura e nelle proporzioni di palazzi e castelli. Questi messaggi sono talvolta veri e propri enigmi, e per molti edifici del passato ancora oggi restano tali.
Forse il mistero principale è rappresentato proprio dalla sua costruzione: perché fu edificato?
I castelli venivano eretti per scopi difensivi, ma secondo molti, Castel del Monte, non sarebbe nato con questa finalità.

Secondo Aldo Tavolaro, autore di numerosi testi sulla simbologia esoterica di Castel del Monte, l’origine del palazzo non è quella che abbiamo appena descritto: Federico II l’avrebbe trovato infatti già edificato, e si sarebbe limitato a “ristrutturarne sollecitamente il lastrico”.
In effetti - contrariamente ad altri palazzi voluti dall’Imperatore - non si hanno notizie precise su chi disegnò ed eresse Castel del Monte.
La tradizione popolare vuole che l’abbia progettato Federico II stesso.

Se il Castello esisteva già, chi furono allora i suoi costruttori?
Aldo Tavolaro non ha dubbi: si tratta di un edificio dei Templari. Lo proverebbe anche il fatto che esso si trova a poca distanza da una masseria battezzata “Spinetta”: molti edifici templari sorgono infatti in prossimità di un luogo il cui nome contiene la radice “spina” (Epine, Epinac, Lepiney, Nòtre Dame de l’Epine); nel “luogo della spina”, si troverebbe un’entrata segreta a essi collegata tramite un sotterraneo.
Di questo avviso è anche Franco Ardito, autore nel 2005 di un libro su Castel del Monte. Ecco una sua testimonianza rilasciata qualche anno fa ai microfoni di Radio Rai International.

Quindi Castel del Monte sarebbe un gigantesco monumento al divino?
Oppure è possibile ipotizzare anche una funzione differente dell’edificio?

Una possibile svolta nelle ricerche su Castel del Monte si è avuta nel 2012, grazie al lavoro di due architetti del Politecnico di Bari, autori di un libro incentrato su una nuova ipotesi sull’identità della struttura. Secondo il Prof. Giuseppe Fallacara e il ricercatore Ubaldo Occhinegro del Politecnico di Bari, Castel del Monte sarebbe un'ingegnosa macchina idraulica per la raccolta delle acque piovane e sotterranee, utilizzate per la cura del corpo. Un vero e proprio centro termale capace di sfruttare l'acqua scaldata dai grandi camini a varie temperature sull'impronta dei bagni orientali. Non solo. I due architetti avrebbero anche rintracciato indizi di Castel del Monte nel cosiddetto manoscritto Voynich, definito spesso come il libro più misterioso del mondo. Il manoscritto, che dovrebbe risalire al 1400, fu acquistato dal polacco Wilfrid Voynich nei pressi di Frascati nei primi del '900. Scritto in una lingua sconosciuta e tuttora indecifrata, contiene numerose illustrazioni di piante, oggetti e diagrammi sconosciuti. Ecco come il Professor Fallacara ha raccontato questa esperienza ai microfoni di Antenna Sud.

L’ipotesi dei due architetti è sicuramente molto suggestiva ed è stata accolta con molto entusiasmo da parte dei media di gran parte d’Europa.

Gli enigmi di Castel del Monte però non finirebbero qui. Sarebbero presenti infatti alcune iscrizioni di difficile lettura. In particolare ce ne sarebbe una, presente nel cortile a fianco all’entrata della stanza sette del pian terreno. Tale crittogramma, si dice, fornirebbe lo strumento per scoprire il mistero del castello. Il crittogramma sarebbe stato decifrato nel 2009 dal Professor Francesco Magistrale, scomparso alcuni fa, specializzato in Paleografia Latina, che così lo descriveva in un servizio al TG3 Puglia.

Nulla di misterioso quindi, ma un’iscrizione posta a ricordare degli interventi di restauro. In effetti nel 1552, il Conte di Ruvo Fabrizio Carafa diventa nuovo proprietario del Castello. Facile pensare che poco dopo lo facesse restaurare.

Sempre nello stesso servizio c’è anche il contributo del Professore Raffaele Licinio, al tempo professore ordinario di Storia Medievale nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, che su Castel del Monte aveva una visione molto diversa da quello cha abbiamo approfondito finora.

Licinio, autore di numerose opere, cercò con tutte le sue forze, e le sue competenze di storico, di contrastare il fervore di misticismo che da sempre avvolge Castel del Monte. Dalle sue ricerche il castello non nasconderebbe nessun mistero da risolvere e le sue caratteristiche non sarebbero così singolari. Uno degli allievi del Professor Licinio, Massimiliano Ambruoso, ha continuato ad approfondire le ricerche iniziate dal suo professore, e nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo: “Castel Del Monte: manuale storico di sopravvivenza”, con l’obiettivo di salvaguardare le verità storiche del Castello e mettere in ombra le storie legate al mito.

Senza volerlo sono tornato al punto di partenza.
Ho percorso tante strade ma alla fine è come se non si arrivasse mai alla soluzione.
E’ come districarsi in un labirinto. Magari non è un caso che uno dei più famosi labirinti, quello della Cattedrale di Reims, scelto anche da Umberto Eco per la copertina del Nome della Rosa, siano a pianta ottagonale… No aspetta sto divagando...

Forse è semplicemente per questa struttura, geometricamente perfetta ma vuota, che si sente la necessità di riempirla, di darle vita, di animarla.