VAI A: 00:26 Introduzione

Alcune leggende tendono a circolare in particolari territori circoscritti, come il posto di lavoro, luoghi di aggregazione, una specifica zona geografica. Anche se con l’avvento dei media i confini si sono fatti sempre meno rigidi, e le storie nate in uno specifico contesto sociale tendono a esondare al di là di esso, continuano ad esistere dei luoghi - privilegiati - di circolazione, nei quali le storie sono accomunate da alcune caratteristiche che le portano a costituire un genere specifico. E’ il caso delle Leggende Universitarie. L’università infatti è un microcosmo in cui le voci e il “si dice” sono tenuti in gran considerazione. Qui le storie come moneta di scambio sociale raggiungono un valore molto elevato. Un’importante differenza fra queste storie e le leggende contemporanee con più ampio margine di diffusione riguarda la funzione svolta dalle narrazioni. In generale si possono individuare due grandi famiglie di funzioni:

  • espressione delle angosce dei bisogni, delle paure, dei conflitti, che trovano in una forma apparentemente “leggera” la possibilità di essere elaborati ;
  • funzioni sociali (costituzione del gruppo, conferma dell’identità, scambio di valori e visioni del mondo).

Nella maggior parte delle leggende extra-universitarie ritroveremo entrambe le funzioni, di volta in volta miscelate fra loro in proporzioni diverse. Al contrario, nelle storie che circolano in facoltà, la componente sociale risulta quasi sempre prevalente, e l’espressione dell’angoscia presenta toni meno drammatici. Il tipo di sentimento veicolato dalle leggende è l’inquietudine provata in un mondo spesso considerato arbitrario, con il quale il giovane studente entra in contatto cercando di trovare il suo posto. I contenuti delle storie raccontate tradizionalmente nelle università possono essere raggruppati in quattro generi:

  1. Storie che parlano dell’eccentricità dei professori, come la leggenda sul professore acrobata: “l’ennesima volta che si è sentito chiedere dopo la lezione se il giorno dopo avrebbe dato un’esercitazione a sorpresa, un professore ha risposto ridendo: “Un’esercitazione a sorpresa? Per darla domani, dovrei prima entrare in aula passando da quella lunetta”. Un sospiro di sollievo ha percorso la classe. Ma il giorno dopo, quando gli studenti erano già nell’aula, si è sentito un rumore strano fuori dalla porta. La lunetta ha cominciato a scricchiolare e in alto è comparso il professore con un sorriso sarcastico e il testo di una lunga esercitazione stretto in mano”
  2. Racconti su strategie e trucchi messi in atto dagli studenti nella vita universitaria.
  3. >Superstizioni e atteggiamenti magici per assicurarsi una buona carriera universitaria; di solito i rituali sono legati in maniera molto stretta con il territorio, e precisamente con gli elementi architettonici che maggiormente lo simboleggiano. Per esempio a Torino le superstizioni sono legati alla Mole Antonelliana e a Bologna alla Torre degli Asinelli.
  4. Storie horror che si svolgono nei campus.

Un altro elemento importante è la percezione del potere e della sua gestione. Denuncia o espressione di un disagio ha preso la forma da un lato di storie che parlano di abusi, di soprusi e violenze, ma anche di strategie di sopravvivenza, di adattamento a un mondo apparentemente ostile nel quale appaiono vie di fuga, possibili percorsi nella ricerca dell’identità.. Accanto a questi generi incontriamo numerose storie divertenti in cui il docente si burla dello studente, a volte seguite da una risposta di quest’ultimo che ribalta i due ruoli.

Un’ultima caratteristica che vogliamo sottolineare è l’atteggiamento che gli studenti assumono nei confronti delle voci circolanti in università. Trattate come vere e proprie informazioni che spesso anticipano o contraddicono quelle ufficiali, i racconti fra studenti influenzano notevolmente il loro comportamento, arrivando a determinare la scelta dei professori, degli esami e a volte della facoltà.

VAI A: 00:26 Il compito in classe in due domande

Di questa storia circolano soprattutto due varianti.
Secondo la prima c’è uno studente che arriva all’ultimo compito con un’ottima media. Ci sono due domande scritte a cui deve rispondere: della prima non sa niente, mentre è fortunato per quanto riguarda la seconda. Riempie allora il primo dei protocolli predisposti per il compito con qualunque cosa gli venga in mente; scrive poi “II” sella prima pagina del secondo protocollo e lo inizia con quella che è in apparenza l’ultima frase della risposta alla prima domanda. Poi sulla seconda pagina di questo protocollo scrive “2” per indicare la risposta alla seconda domanda e fa un bellissimo tema, consegnando poi solo il secondo protocollo. Qualche giorno dopo riceve un biglietto da professore che gli dice che ha terminato l’anno con un’ottima votazione e si scusa per aver perso il primo protocollo.
Nella seconda variante lo studente ha un compito che si compone di due pagine. Vedendo che non sa molto, usa tutto il suo tempo per la seconda pagina e al momento della consegna infila il primo foglio nel quaderno e dà solo il secondo foglio. Una volta fuori dall’aula, va a vedere in fretta le risposte e compila il primo foglio, che poi calpesta e consegna ad un amico che frequenta una classe dopo la sua nella stessa aula. L’amico si avvicina all’insegnante e dice di aver trovato il foglio “laggiù in fondo”. L’insegnante lo prende, controlla i compiti raccolti in precedenza, e naturalmente scopre che manca la prima pagina di quello studente. Al momento della correzione, lo studente prende un ottimo voto.

VAI A: 00:26 Lei non sa chi sono io

Un professore di chimica sovrintende ad un importante esame scritto. E’ un docente molto esigente e puntiglioso e per questo visto con timore dai suoi studenti.. Ha detto loro che devono smettere di scrivere quando ci sarà il segnale, e quelli che non smetteranno saranno automaticamente bocciati. L’aula è un grande auditorium dove sono riuniti gli studenti di chimica, biologia, etc. Alla fine tutti gli studenti tranne uno smettono così come è stato detto loro. Un unico studente continua furiosamente a scrivere per circa mezzo minuto fino a quando viene interrotto dal professore che gli dice che è stato bocciato. Lo studente va davanti alla cattedra con il suo protocollo cercando di obiettare, ma il professore è inflessibile, così alla fine lo studente assume un’aria arrogante e dice: “Lei sa chi sono io?”. Il professore sogghigna e dice: “No, e comunque non conta”. A questo punto lo studente ribatte: “Ottimo!”. E dopo aver ficcato il suo protocollo in mezzo a quelli già consegnati, corre fuori dall’aula.

VAI A: 00:26 Il tema riciclato

C’era questo professore universitario molto severo, famoso per i suoi voti molti bassi. Dopo anni di votazioni insufficienti o appena sufficienti, finalmente il docente assegna a un elaborato un B meno (equivalente di un 26), la più alta votazione che abbia mai attribuito. Tutti in facoltà vengono a sapere della cosa e il testo del compito comincia a circolare finché il fortunato studente vende l’elaborato a colui che gli ha proposto l’offerta più interessante, e quest’ultimo dopo un po’ lo sottopone al docente che questa volta assegna al compito un B pieno (ventisette). L’anno successivo il testo viene di nuovo riciclato e ottiene un B più (ventotto). Quando ormai gli studenti stanno perdendo tutto il rispetto nei confronti del professore, il compito errante viene ripresentato per la quarta volta al docente che gli attribuisce un A, con una nota: “Ormai è la quarta volta che leggo questo testo, e ogni volta mi piace di più”.

VAI A: 00:26 Il tema di Teologia

Il corso di Teologia era molto frequentato, anche perché la domande all’esame finale era sempre la stessa: “Parlate dei viaggi di San Paolo”. Sempre, cioè, fino a quando il professore assegnò un tema diverso: “Parlate del discorso della montagna”. Tutti gli studenti rimasero seduti senza sapere che fare, ad eccezione di uno che cominciò a scrivere furiosamente. Gli altri consegnarono i loro protocolli in bianco e uscirono, aspettando poi fuori fino a quando uscì l’unico studente che era rimasto nell’aula. “Ma come hai fatto a rispondere a quella domanda?” gli chiesero. “non ho risposto” rispose lo studente, “Ho iniziato scrivendo: Chi sono io da poter discutere quanto disse il Signore? Meglio dunque che io parli dei viaggi di San Paolo.”

VAI A: 00:26 Storie di temi ingegnosi

I) Perché?
Un professore di filosofia assegna ai suoi studenti un tema di una sola parola: “Perché?”. E in seguito attribuisce il massimo dei voti solo allo studente che sul foglio aveva risposto semplicemente: “Perché no?”.

II) La sedia
Tema sulla Metafisica. Quando gli studenti sono seduti per l’esame finale, il professore sistema loro davanti una sedia: “Provate che questa sedia esiste” dice. “Avete due ore”. Mentre tutti cominciano a mordicchiare nervosamente le loro penne e a guardare verso il soffitto in cerca di ispirazione, uno studente si appoggia tranquillo allo schienale e scrive sul foglio: “Quale sedia?”. Poi consegna il compito ed esce dall’aula, proprio mentre gli altri cominciano a scribacchiare furiosamente. Anche qui lo studente prende la votazione più alta.

III) Il Coraggio
In classe fu dato un tema dal titolo abbastanza disarmate: “Il coraggio.” Tutti rimangono ammutoliti, chi tamburella sul banco, chi confabula col vicino, chi cerca una qualche ispirazione guardando fuori dalla finestra o sul soffitto. Improvvisamente un alunno si alza e consegna. Aveva scritto: “Secondo me coraggio vuol dire consegnare il compito in bianco”. Prese il massimo dei voti.

VAI A: 00:26 Interrogazione di geometria

Esame di Geometria. La professoressa, dopo varie domande a cui lo studente non ha risposto dice: “Mi disegni una retta sulla lavagna”. Lo studente comincia ma poi si interrompe e la Prof.: “Continui e non si fermi”. Lo studente ribatte: “Ma professoressa, la lavagna e' finita”. E la prof di rimando: “Continua lungo tutte e 4 le lavagne... continua così lungo il muro fino alla porta... esci e continua così fino a casa... Lo studente se ne va, continuando a disegnare col gesso sul muro. Tutti pensano sia un gesto di stizza, ma dopo qualche minuto si sente bussare dall'altra porta dell'aula (quella opposta all'uscita dello studente). Tutti ammutoliscono. La porta si apre, ed entra lo studente di prima, ancora col gesso attaccato al muro (l'edificio della facoltà aveva una pianta circolare). Disegna la linea finché non si ricollega a quella da lui incominciata sulla lavagna, e blatera qualcosa del tipo "C'e' chi dice che estendendo una retta all'infinito si ripieghi su se stessa formando un cerchio". Promosso.

VAI A: 00:26 Interrogazione di biologia

Professore: E' in grado di dirmi quale organo dei mammiferi riesce una volta eccitato a raggiungere dimensioni pari a sei volte le dimensioni dell'organo a riposo?
Studentessa, arrossendo terribilmente: Non saprei…
Professore: Non lo sa proprio? Ci pensi, non e' difficile…
Studentessa, sempre più a disagio: Non mi viene in mente niente...
Professore: Pensi alla vita di tutti i giorni...
Studentessa, in grave imbarazzo: Beh...
Professore: Forza signorina si butti...
Studentessa: Il pene?
(scoppia un boato nell'aula)
Professore, calmissimo: Complimenti a lei e al suo fidanzato signorina, comunque l'organo e' la pupilla.

VAI A: 00:26 Esame di Fisica

Il ragazzo interrogato afferma, in stato confusionale, che l'accelerazione di gravità' vale 9,81 cm al secondo quadro (Invece che 9,81 m/s^2). Il Professore gli dice autoritario:"Salga sul tavolo". "Come?” – ribatte il ragazzo. Il professore sicuro: "Salga sul tavolo, prego". Il ragazzo emozionato e intontito dalla pressione da esame sale sul tavolo davanti a una quarantina di persone che seguono l'orale. "Salti!" ordina il professore. Il ragazzo salta giù dal tavolo. Il professore fa uno scatto come fosse stato colto da sorpresa "Ma come? Già e' atterrato?"

VAI A: 00:26 Esame di matematica

Professore: Mi faccia il ciclo di Carnot.
Studente: (disegna un cerchio sul foglio)
Professore: Hmmm... bene... ne faccia un altro vicino.
Studente: (disegna un altro cerchio a fianco del primo)
Professore: Bene... unisca i centri dei due cicli con una retta.
Studente: (disegna la retta)
Professore: Molto bene! Ora prenda il suo biciclo di Carnot e se ne vada.

VAI A: 00:26 Esame di analisi 1

Per questa storia è necessaria un piccola premessa. Molti teoremi di matematica esordiscono con il classico incipit "Dato un E (epsilon) piccolo a piacere, è possibile dimostrare che...", dove con E piccolo a piacere si usa indicare un parametro che può raggiungere valori piccolissimi ma comunque diversi da zero.

Studente: "Sia dato un tre piccolo a piacere, è possibile dimostrare che..."
Professore (allibito): "Prego? sia dato cosa?"
Studente: "Un tre piccolo a piacere, no?"
Professore: "Ma guardi che questo (disegnando) è un epsilon, non un tre!"
Studente: "E pensare che l'ho corretto su tutto il libro!"
Professore: "Faccia una cosa, ora se ne vada e torni quando lo ha corretto tutto di nuovo..."

A questo aneddoto, universalmente noto e dato per accaduto un po' in tutte le facoltà tecniche, si associa anche la seguente variante:
Studente: "Sia dato un e piccolo a piacere, è possibile dimostrare che..."
Professore: "Sì, vabbè, ma piccolo quanto?"
Studente (incerto): "A piacere..."
Professore: "Allora me lo faccia più piccolo."
Lo studente, evidentemente in stato confusionale, traccia un e di dimensioni minori.
Professore: "No, lo faccia ancora più piccolo..."
Lo studente ha continuato a scrivere e micrometrici per un bel pezzo, prima di ammettere sconsolato che forse la sua preparazione lamentava qualche lacuna.

VAI A: 00:26 Esame di Diritto

Appello di Diritto Privato. Una tipa fa un'interrogazione piu' che perfetta e il professore congratulandosi con lei le dice che darle 30 e lode e' poco... allora si sfila il Rolex e le dice di accettarlo per ricordo. Lei, dopo lunghi tentennamenti, si lascia convincere, prende l'orologio e porge il libretto, sentendosi dire: "Signorina, lei ha accettato la donazione di un bene di valore non modico: dovrebbe sapere che ci vuole il contratto scritto. Si ripresenti al prossimo appello".

Pare che un professore abbia iniziato una sessione bocciando uno dietro l'altro i poveri studenti in questo modo: Battendo piano la punta di una chiave sulla cattedra, il professore chiedeva: "Cos'e' quest'oggetto ?" Gli studenti rispondevano, chiaramente “Una chiave”. Dopo una ventina di studenti che venivano bocciati in questo modo, arrivò un tipo che alla solita domanda rispose: "Un oggetto c

VAI A: 00:26 Lezione di Biologia

Si racconta che durante una lezione di chimica un professore sia entrato in laboratorio con in mano un barattolo pieno di urina dicendo: "Due buone qualità per un chimico sono ingegno e concentrazione. L'ingegno vi potrebbe far scoprire che un metodo semplice per scoprire la presenza di zuccheri nelle urine è assaggiarle". Detto questo mette un dito nel barattolo e poi lo lecca. "Qualcuno vuole provare?" Uno studente che non crede che quello sia vera urina ci mette dentro il dito e lo lecca. Rimane subito disgustato e scappa velocemente dalla stanza . Il professore continua: "La concentrazione invece vi potrebbe far scoprire che ho immerso il medio e ho leccato l'indice."

VAI A: 00:26 L’inferno è esotermico?

Un professore di termodinamica ha assegnato un'esercitazione a casa agli studenti del suo corso di laurea. Il compito consisteva in una domanda: "L'inferno è esotermico o endotermico"? sostenete la risposta con delle prove. La maggior parte degli studenti hanno cercato di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle - un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso - o alcune sue varianti. Uno di loro, tuttavia, ha scritto quanto segue: "Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell'inferno. E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e uscita dall'inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che, quando un'anima entra all'inferno, non è destinata ad uscirne. Quindi, nessun anima esce. Per quanto riguarda il numero delle anime che fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo. Un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all'inferno. Siccome di queste religioni ce n'è più d'una, e visto che le persone abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all'inferno. Dunque, stanti gli attuali tassi di natalità e mortalità della popolazione mondiale, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all'inferno. Ora rivolgiamo l'attenzione al tasso di espansione dell'inferno, poiché la legge di Boyle afferma che, per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l'inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all'ingresso delle anime. Questo ci da due possibilità: 1. Se l'inferno si espande a una velocità minore di quella dell'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione saranno destinate a crescere, fino a farlo esplodere; 2. Naturalmente se l'inferno si espande più velocemente del tasso d'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno non si congelerà. Dunque, quale delle due è l'ipotesi corretta? Se accettiamo il postulato comunicatomi da una ragazza durante il mio primo anno all'università, secondo il quale: " farà molto freddo all'inferno prima che io te la dia", e considerato che ancora non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con Lei, allora l'ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l'inferno è esotermico".