Penso che molti di voi conoscano già la storia di Azzurrina e del Castello di Montebello, nell’entroterra di Rimini. Si tratta probabilmente della storia di fantasmi più popolare in Italia. In rete è facile trovare tantissimi filmati, articoli, tantissimo materiale, ma è difficile avere un quadro completo di questa storia. Ecco perchè ho deciso di ripercorrerla dall’inizio.

Siamo al Castello di Montebello, noto anche come castello di Guidi di Bagno.
Il castello è arroccato su un colle, e domina dall’alto il borgo di Montebello di Torriana, in provincia di Rimini. La fortezza ha origini romane e fu acquistata nel 1189 dalla celebre famiglia dei Malatesta. A seguito della loro caduta, nel 1464 fu affidata da Papa Pio II alla famiglia Guidi di Bagno, alleata dello Stato Pontificio durante le battaglie contro i Malatesta e ancora oggi proprietaria del castello.
Nel corso dei secoli l’edificio continuò ad essere utilizzato come residenza e subì modifiche che comunque non compromisero l'aspetto complessivo. Nel 1989 la Professoressa di lettere Welleda Villa Tiboni, approdò a Montebello e decise di riportarlo alla sua antica bellezza iniziando così numerosi lavori di restauro insieme ai proprietari, i quali si riservarono solo una parte del castello per i loro appartamenti privati. Fu proprio lei ad aprire il Castello alle visite e a far conoscere la leggenda di Azzurrina, raccontando anche numerosi episodi di strani fenomeni paranormali.

Secondo la leggenda, tramandata oralmente per oltre tre secoli, Azzurrina, sarebbe nata intorno al 1370. Il suo vero nome era Guendalina, figlia di Ugolinaccio Malatesta signore di Montebello. Di lei si racconta che fosse albina, e siccome all’epoca la superstizione associava gli albini ad esseri demoniaci, la madre avrebbe deciso di tingerle i capelli di nero con l’obiettivo di proteggerla da questa diceria.
La tintura però, fatta con pigmenti vegetali, tendeva a dissolversi in fretta, dando quindi dei riflessi azzurri, come i suoi occhi. Da qui “Azzurrina”, il suo soprannome.
Proprio per questa sua condizione la bimba viveva praticamente segregata nel castello, continuamente sorvegliata da due guardie.
La leggenda si tinge di mistero quando il 21 giugno 1375, mentre il padre combatteva lontano da Montebello, la bambina, mentre inseguiva una palla di stracci caduta nella ghiacciaia sotterranea, scomparse praticamente nel nulla
Da quel momento, ogni 5 anni in occasione del solstizio d’estate, il fantasma della bambina si presenterebbe puntualmente nel castello.

La professoressa Tiboni decide di farsi aiutare nella gestione del Castello dalla famiglia di Franco Gorini, un conoscente da poco in pensione, con la moglie Anna e il figlio Lucio. In breve tempo tutti gli occupanti del castello iniziano ad essere testimoni di strani fenomeni: pianti di bambino in piena notte, casseforti che si aprono e chiudono da sole, fino addirittura all’apparizione di un fantasma che, camminando a testa in giù sul soffitto di una stanza, avrebbe lasciato in maniera indelebile delle piccole impronte.

Alla luce di questi eventi la Signora Tiboni decide quindi di coinvolgere alcuni studiosi e appassionati con l’obiettivo di documentare alcune di queste manifestazioni.

Dal 1990 in poi iniziano così ad essere registrati alcuni misteriosi suoni, che documenterebbero singhiozzi, pianti e grida da parte del fantasma di Azzurrina. Queste registrazioni sono tuttora fatte ascoltare durante la visita al castello.

Nel giugno 2010 anche un team di ricerca del CICAP, il Centro Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, chiese di poter effettuare delle registrazioni all’interno del castello. Il team, coordinato dal Dott. Marco Morocutti, progettista elettronico ed esperto di registrazioni sonore, si presentò al castello con parecchia attrezzatura, e per due notti furono effettuate delle registrazioni a porte chiuse.
Curioso che in quell’occasione era presente anche il team di ricerca del Dott. Gullà. Nessuna delle due squadre di tecnici erano al corrente che ci sarebbero stati anche gli altri fino al loro incontro. Dal punto di vista del Cicap l’esito di questa esperienza fu deludente, e non furono riscontrati rumori o suoni paranormali.

Eppure Mattia Mascagni, collaboratore di Daniele Gullà, ricorda un pò diversamente quell’episodio, parlandone con Michele Rossi, sostenendo che le loro ricerche nello stesso contesto abbiamo comunque portato dei risultati, in questo caso dal punto di vista fotografico. La cosa interessante è che dal suo punto di vista la presenza del Cicap, abbia in qualche modo avvalorato i loro risultati, anche se non collegati.

A questo punto diventa difficile procedere in questo modo. Tutte le persone finora coinvolte sembrano essere tutte in perfetta buona fede, eppure anche nella stessa situazione i punti di vista sembrano essere discordanti.
Dove sta quindi la verità? Per certo la storia di Azzurrina e del Castello di Montebello è veramente appassionante. I suoni sono veramente di un’entità paranormale o hanno spiegazioni più semplici e razionali, come suggerito da Morocutti?
Ci sono poi le foto, su cui però bisogna lavorare di immaginazione per vedere effettivamente qualcosa di riconoscibile. Ma ci sono comunque le testimonianze dei fenomeni descritti anche dalla Direttrice del Castello Daniela Tiboni.

La storia di Azzurrina sembrerebbe essere un caso eccezionale che potrebbe confermare la presenza di fantasmi o quanto meno delle possibilità di vedersi manifestare energie e forze inspiegabili.

Ma c’è un grosso problema in questa storia.
Forse il più grande.
Azzurrina, quasi sicuramente, non è mai esistita.

Secondo la leggenda, abbiamo detto prima, la storia sarebbe stata tramandata per oltre tre secoli esclusivamente attraverso il racconto popolare, e comparirebbe per la prima volta in forma scritta in un documento del 1620 ad opera di un parroco della zona, autore di una raccolta di racconti del territorio dal titolo Mons Belli et Deline (Montebello e Adelina), forse il nome corretto di Azzurrina. Ma anche qui abbiamo un problema.
Non è mai stato possibile verificare l’esistenza di questo documento.
Dal punto di vista storico, poi, non c’è traccia nemmeno di un certo Ugolinaccio di Malatesta e di una figlia chiamata Guendalina o Adelina.

Le fonti storiche quindi non solo non posso essere confermate, ma non sembrano conosciute se non dalla fine degli anni ‘80, proprio quando fu raccontata al grande pubblico attraverso i racconti degli allora gestori del Castello, che guarda caso avevano appena aperto la struttura ad un pubblico pagante.

Difficile a questo punto poter dire dove sta la verità.

Certo, si potrebbe pensare che la leggenda sia stata inventata di sana pianta per dare popolarità al Castello e attirare turisti sul territorio, ma non abbiamo nessuna prova di questo e non sarebbe corretto neanche nei confronti di quanti hanno dedicato energie e passione ad approfondire questa storia.

Inoltre, è bene ricordarlo, tutte le persone coinvolte sono sempre risultate in estrema buona fede rispetto alla leggenda, che a questo punto non sappiamo come e quando sia effettivamente nata.

Per onestà dobbiamo anche ricordare che esistono documenti che rimandano effettivamente a leggende riguardanti il castello, come le Memorie sul Castello di Montebello di Romagna, scritte da Tommaso Molari edite agli inizi del 1900. In esse il Molari, rifacendosi ad antichi racconti popolari del borgo di Montebello, scriveva:

La leggenda popolare vi intesse intorno il suo mondo di spiriti e di folletti, tanto che, nella notte, chi vi si attarda, sente salire dai trabocchetti rumori strani, tonfi e vagiti paurosi di anime chiedenti pace

E forse la storia di Azzurrina è proprio questo.
Una suggestiva versione moderna di storie e miti antichi come l’uomo.